Cambiano le regole sugli appalti di handling e nell’area cargo scattano i licenziamenti: 40 perderanno il lavoro Boom di transiti all’aeroporto di Fiumicino nel mese di settembre, la stima prevista per la fine dell’anno e di 36 milioni di passeggeri. Un incremento rispetto al 2009 del 6.5 il che significa un incremento di lavoro nella riconsegna dei bagagli avvenuta senza grossi problemi ma questo non è bastato, è scoppiata improvvisamente una dolorosa e imprevista grana, 40 lavoratori rischiano il posto di lavoro. Tutto per via della «deregulation» del settore prevista dalla Ue a partire dal 1° settembre. E proprio da questa data l’operatore Flight Care (che opera anche nell’handling in pista) dopo aver vinto un bando nel business merci al Leonardo da Vinci si è trovato ad operare affiancato alla Argol (monopolista dello scalo) e all’Alitalia (che però svolge il servizio solo per la propria flotta). Cosa è successo. Improvvisamente negli ultimi giorni 3 compagnie aeree tra le maggiori (Lufthansa, Emirates e Aerolinas Argentinas) hanno cambiato operatore, passando dall’Argol alla Flight Care, divorziando così con un preavviso di 12/48 ore contravvenendo alla normativa ed alla prassi nazionale ed internazionale che richiede margini complessivamente non inferiori ai 60 giorni. In pratica non è stata rispettata quella che viene chiamata la «clausola sociale». Cosa vuol dire: che, in caso di rotture degli accordi commerciali, lo stesso personale deve passare dalla vecchia alla nuova società che fornisce l’assistenza alla compagnia aerea con «partner» sostituito. Un modo, e un periodo di tempo, necessari per tutelare posti di lavoro evitando frettolosi «passaggi di consegne» che pregiudicano sicurezza ed efficacia dei servizi. Con tre grandi compagnie venute meno senza preavviso la Argol è costretta a licenziare. La comunicazione di quanto stava accadendo è arrivata a CGIL – CISL e UIL di categoria martedì 13 settembre. «Ci hanno informato che è partita la procedura per la messa in mobilità di 40 persone – spiega Francesco Sorrentino, segretario regionale della Fit-Cisl -. Siamo di fronte a una fase di stallo, per cui un intervento risolutivo può venire soltanto dall’Enac». Secondo i sindacati, Flight Care era inizialmente orientata a subappaltare il servizio assistenza alle merci, scelta tassativamente vietata dalla Ue, aggirando l’ostacolo ricorrendo a personale dell’Alha (ditta che svolge il servizio per Alitalia). Un sostegno questo limitato, a tempo, con contratti di lavoro a 2 mesi, (anche questo però non previsto dalle normative comunitarie). Venerdì 16 settembre è previsto un incontro decisivo, tra Flight Care e organizzazioni sindacali che chiederanno alla ditta di rispettare la «clausola sociale». Rivolgendosi dunque il personale Argol. Non succedesse, il numero dei licenziamenti sarebbe destinato ad aumentare. Un’altra botta per i lavoratori dello scalo romano che dopo quelli della ex Alitalia ancora in cassa integrazione che ancora aspettano di essere chiamati dai nuovi proprietari di Cai.